Oratorio

L’Oratorio come l’albero di Zaccheo…

I saluti del nuovo presidente

Era l’anno 1985 più precisamente il 27.7.1985, quando un giovane sacerdote mi regalò un messale…l’ho incontrai nella sacrestia della parrocchia della Collegiata , un nuovo viceparroco arrivato da Torino e  da poco in servizio presso la nostra parrocchia,  il quale sorridendo mi chiese” domenica non ti ho visto a messa…” e io timidamente risposi ”ero impegnato con  i miei genitori …” lui disse sorridendo scherzosamente ” allora questa settimana  verrai da me in ufficio dopo i compiti a darmi una mano al ciclostile… “ e io andai…; da quella settimana iniziò il mio cammino in parrocchia, prima ad aiutare nel ciclostile, chierichetto e poi animatore… animatore dell’Oratorio… il nostro Oratorio… Il campo da calcio…Le nostre feste… i momenti di preghiera, gli incontri con gli amici… Le prime domeniche pomeriggio aiutati dal gruppo famiglie… Passare la domenica  pomeriggio in oratorio,  le famiglie avevano il compito di gestire un piccolo angolo della sala giochi adibito al bar…Popcorn, pane nutella… per accedere alla struttura dell’oratorio, bisognava fare qualche gradino e si entrava nella stanza giochi(calcetti e pingpong) si passava in un’altra sala grande (quella della preghiera) per poi passare nel corridoio e giungere a una saletta…Spogliatoi…e poi in campo..

Finalmente a fine giugno iniziava il grande appuntamento del Grest pomeridiano… Incontri con famiglie e festa delle castagne… la raccolta carta… che terminava con la cena in oratorio, famiglie e ragazzi…uniti dopo la fatica della raccolta carta…

Ora mi ritrovo qui nel nuovo Oratorio, anno 2015… tante cose sono cambiate non solo la struttura… Ma  quel viceparroco c’è ancora… ora Monsignore…

L’Oratorio è una realtà così bella, così vasta, ma anche così complessa e un po’ misteriosa, che farci aiutare dal Vangelo ci sembra veramente la cosa migliore.

Zaccheo era piccolo di statura, poi, essendo un pubblicano, non era molto amato dalla gente. Aveva la curiosità di vedere chi fosse Gesù. Quell’albero di sicomoro si rivelò davvero ideale: avrebbe potuto vedere senza essere visto!

Invece Gesù si ferma proprio sotto di lui, alza la testa e lo chiama per nome: “Zaccheo!”. Da quel momento la vita di Zaccheo cambia. L’Oratorio è come l’albero che ha favorito questo incontro: grazie al sicomoro Zaccheo ha visto Gesù, grazie all’albero Gesù ha guardato negli occhi Zaccheo.

L’Oratorio è come quell’albero su cui vorremmo che tutti i ragazzi potessero salire superando i limiti.

L’Oratorio è una famiglia, giovani e adulti,bambini e anziani, è una famiglia di famiglie in cui ci si vuol bene, è una comunità in cui si condividono il pane e il lavoro,le gioie e le preoccupazioni,la preghiera e le attività più varie. Ci si vuole bene, si ama Dio e si cerca di creare quel luogo in cui si comprende che ancora oggi come 30 anni fa nell’oratorio si può creare quel clima che faceva dire a don Bosco “qui con voi mi trovo bene, è proprio la mia vita stare con voi.”

E quindi mi auguro che l’Oratorio possa essere sempre come l’albero che favorisce l’incontro, e permette l’invito più importante della vita:

“Oggi devo venire a casa tua!”.

 Questo è l’Oratorio che vorrei… che dobbiamo costruire insieme… Tutti insieme famiglie, giovani, sacerdoti  diaconi e suore… questo dobbiamo fare per  i nostri giovani per l’amore che Dio ha verso di noi

E noi verso di lui…

                                                                                              Presidente dell’oratorio

                                                                                              Daniele Rainero

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